Colesterolo, quali sono i valori migliori per vivere più a lungo?
- Stefano Migliaro
- 17 gen 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 24 gen 2024
Facciamo chiarezza su un tema che è spesso oggetto di dubbi e fraintendimenti da parte dei pazienti.
Cosa intendiamo per colesterolo?
Dal punto di vista chimico, il colesterolo è un lipide appartenente alla classe degli steroli.
Dal punto di vista chimico è composto da quattro anelli idrocarburici fusi, conosciuti come anelli ciclopentanoperidrofenantrenici. Questa struttura rigida e planare è tipica degli steroli.
Dal punto di vista fisico ha la caratteristica di essere una molecola anfipatica, cioè dotata di una parte solubile in acqua e quindi in grado di interagire con sangue o liquido intracellulare e di una porzione idrofoba che interagisce soltanto con i lipidi.
Il colesterolo svolge diverse funzioni essenziali nel nostro organismo: grazie alla sua struttura anfipatica ha infatti un ruolo essenziale nel mantenimento della integrità della membrana cellulare, potendo interagire sia con gli ambienti ricchi d'acqua quali il sangue o lo spazio intracellulare, sia con l'interno della membrana cellulare, ricco di lipidi; è inoltre necessario per la sintesi di vari ormoni definiti appunto steroidei (quali testosterone, progesterone, cortisolo etc), i quali sono coinvolti nella modulazione della funzione di diversi organi e tessuti; infine si ritrova negli acidi biliari e come precursore per la sintesi di vitamina D.
Cosa sono le lipoproteine?
La definizione di "colesterolo" sebbene chimicamente valida risulta tuttavia aspecifica quando si parla di prevenzione cardiovascolare. Infatti questa molecola, dopo essere stata assunta con la dieta o prodotta nel fegato, non circola libera nel sangue; piuttosto la si ritrova legata a delle proteine di trasporto e ad altre molecole idrofobiche (non solubili in acqua, e quindi nel sangue) in grossi complessi chiamati lipoproteine.
Le lipoproteine possono differenziarsi in base alla loro composizione e alle loro funzioni in numerosi sottotipi. Quelli di principale interesse sono le lipoproteine a bassa densità (LDL) e quelle ad alta densità (HDL). Fig.1
Dal punto di vista biochimico le differenze principali tra queste strutture riguardano la densità, la dimensione, la tipologia di proteine di membrana e la percentuale di colesterolo trasportata.
Le LDL sono infatti particelle con prevalente contenuto di esteri del colesterolo, trasportate dalla apolipoproteina B100; le HDL sono particelle più dense, avendo un minor volume e un maggior contenuto proteico associato a una modesta quota di esteri del colesterolo.
Esistono numerose altre particelle lipoproteiche quali le VLDL (lipoproteine a densità molto bassa) e i chilomicroni, ma anche IDL, che tuttavia sono di minor interesse cardiologico.
Fig. 1 Principali classi di lipoproteine. CH: colesterolo, CE: esteri del colesterolo, TG: trigliceridi, PL: fosfolipidi.
Bricarello DA, Smilowitz JT, Zivkovic AM, German JB, Parikh AN. Reconstituted lipoprotein: a versatile class of biologically-inspired nanostructures. ACS Nano. 2011 Jan 25;5(1):42-57. doi: 10.1021/nn103098m. Epub 2010 Dec 23. PMID: 21182259.
Qual'è la differenza tra colesterolo "buono" e colesterolo "cattivo"?
Le forme di colesterolo che sono di maggiore interesse cardiologico sono le lipoproteine a bassa densità, le LDL, e quelle ad alta densità, le HDL.
Il colesterolo LDL, comunemente noto come "colesterolo cattivo", è un fattore cruciale nella salute cardiovascolare, mentre il colesterolo HDL è definito "buono"
Tali aggettivi fanno riferimento alle diverse funzioni che queste particelle svolgono nel nostro corpo. Il colesterolo LDL è definito "cattivo" poiché tali lipoproteine veicolano il colesterolo dal loro punto di sintesi nel fegato agli organi e tessuti periferici; al contrario, il colesterolo HDL è definito "buono" poiché tali aggregati lipoproteici effettuano esattamente il percorso opposto alle LDL, trasportando il colesterolo dalla periferia verso il fegato dove viene espulso.
Quali sono gli effetti del colesterolo "cattivo"?
Un eccessiva concentrazione di particelle LDL comporta un elevato rischio di patologie del sistema cardiovascolare. In particolare tali particelle possono depositarsi sulla parete interna delle arterie, la cosiddetta tonaca intima, comportando l'arrivo di numerose cellule del sistema immunitario a attivando localmente la cascata infiammatoria. Tutto ciò comporta la formazione delle cosiddette "placche" aterosclerotiche che possono crescere fino ad ostruire completamente il passaggio di sangue nel vaso; inoltre quando l'infiammazione locale è troppo intensa si possono avere delle vere e proprie rotture dell'involucro che contiene queste sostanze lipidiche che porta alla veloce formazione di un coagulo e alla occlusione quasi istantanea del torrente ematico. Nel primo caso, una crescita lenta della placca aterosclerotica, porta ad episodi di ischemia, nel secondo, in caso di occlusione acuta del vaso, si ha un infarto del territorio a valle. Gli organi dove tali fenomeni hanno le conseguenze più serie sono il cuore e il cervello.
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Quali sono i livelli limite del colesterolo "cattivo"?
Le linee guida sulla prevenzione cardiovascolare raccomandano valori massimi di LDL differenti a seconda del profilo di rischio del paziente. In particolare i pazienti che hanno maggiore rischio cardiovascolre, come quelli che hanno già avuto un infarto, che hanno ricevuto una angioplastica o che hanno già aterosclerosi documentata, dovranno avere dei valori di LDL più bassi rispetto a quelli della popolazione generale apparentemente sana.
Inoltre le linee guida hanno introdotto una doppia soglia, una considerata minima, l'obiettivo minimo da raggiungere per avere dei benefici in termini di prevenzione; il secondo obiettivo è più stringente e il suo raggiungimento conferisce ulteriori benefici al paziente.
Di seguito i livelli raccomandati per ogni tipologia di paziente:
1 PAZIENTE IN APPARENTE SALUTE
Target minimo <100 mg/dl
Target ottimale <70 mg/dl se alto rischio, < 55 mg/dl se rischio molto alto
2 PAZIENTE CON MALATTIA ATEROSCLEROTICA
Target minimo <70 mg/dl
Target ottimale <55 mg/dl
3 PAZIENTE CON MALATTIA RENALE CRONICA
Target minimo <100 mg/dl
Target ottimale <70 mg/dl se alto rischio, < 55 mg/dl se rischio molto alto
4 PAZIENTE CON DIABETE MELLITO TIPO 2
Se non presente danno d'organo: Target minimo <100 mg/dl, Target ottimale <70 mg/dl se alto rischio, < 55 mg/dl se rischio molto alto
Se presente danno d'organo: Target minimo <70 mg/dl se alto rischio, Target ottimale < 55 mg/dl se rischio molto alto
Il Principio 'Più Basso è Meglio'
Recenti studi hanno rinforzato il principio che mantenere i livelli di LDL il più basso possibile è benefico, specialmente per chi è a rischio elevato di malattie cardiovascolari.
Le ricerche indicano che:
Un abbassamento sostanziale del colesterolo LDL riduce significativamente il rischio di eventi cardiaci maggiori, come l'infarto miocardico e l'ictus.
La riduzione del colesterolo LDL al di sotto dei livelli tradizionalmente considerati "normali" può offrire ulteriori benefici protettivi.
I pazienti che hanno livelli di LDL prossimi allo 0 (spesso per effetto di alterazioni genetiche) hanno una sopravvivenza più lunga e un bassissimo tasso di eventi cardiovascolari.
Non sono emersi rischi di eventi avversi significativi dall'abbassamento estremo dei valori di colesterolo LDL
Conclusioni
Agire sui livelli di colesterolo LDL è la principale strategia per prevenire eventi cardiovascolari avversi. Medici e pazienti devono avere molta cura e disciplina per raggiungere i livelli raccomandati dalle linee guida (se non livelli inferiori) per garantire una vita lunga e libera da patologia cardiovascolare.