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Specialista in Cardiologia

Cardiologia Interventistica

Devo fare una Tac-Coronarica? Che cos'è e come si effettua?

  • Immagine del redattore: Stefano Migliaro
    Stefano Migliaro
  • 25 dic 2023
  • Tempo di lettura: 4 min

Parliamo di coro-TAC o cardio-TAC, un esame diventato ormai di largo uso da parte dei cardiologi e che può rispondere a molti quesiti diagnostici; cerchiamo di capirne meglio le indicazioni, l'esecuzione e l'effettive capacità.



Che cos'è la TAC Coronarica?

Si tratta di un esame radiologico che trova numerose indicazioni nella moderna diagnostica cardiologica; come suggerisce il nome è una TAC cioè una "Tomografia Assiale Computerizzata", che permette di osservare l'anatomia coronarica.

L'esame TAC ha un funzionamento molto complesso, il cui principio fondamentale è la scansione del corpo del paziente con un fascio di raggi X. Le radiazioni X, sono raggi ionizzanti ottenuti tramite effetto fotoelettrico provenienti da un emettitore che ruota assialmente attorno al paziente; ciò permette di scansionare lo stesso punto del corpo da fasci di raggi X provenienti da più angolazioni che sono poi captati da un misuratore che ruota in maniera solidale con l'emettitore e che misura la radiazione residua dopo che i tessuti del nostro corpo l'hanno in parte attenuata. Essendo tale attenuazione variabile in base a diverse caratteristiche peculiari dei vari tessuti frapposti tra la sorgente e il detettore dei raggi X è possibile ricostruire un' immagine dettagliata dell'interno del nostro corpo.

La TAC coronarica è una applicazione speciale dell'esame TAC generico in cui ci si mira a ottenere i dettagli anatomici relativi alla morfologia delle arterie coronarie. Le peculiarità tecniche salienti sono sostanzialmente tre: la somministrazione di un mezzo di contrasto, un tipo di liquido che permette di "colorare" molto intensamente i vasi sanguigni; la necessità di sincronizzarsi con il battito cardiaco, poiché la scansione per avere i risultati massimi deve avvenire quando il cuore è virtualmente fermo nel periodo tra un battito e l'altro; il bisogno di software di ricostruzione e analisi delle immagini dedicati e molto complessi.


Perché effettuare tale esame?

La TAC coronarica è utile per escludere la presenza di stenosi coronariche, restringimenti che possono determinare un ridotto passaggio di sangue e predisporre a condizioni quali l'angina e l'infarto miocardico. E' importante sottolineare che tale esame è dedicato ai pazienti per i quali il Cardiologo ha un basso livello di sospetto di trovare tali restringimenti; può sembrare controintuitivo ma in realtà la logica sottesa a questo approccio nasce dal fatto che tale esame, a differenza della coronarografia, non unisce il momento terapeutico a quello diagnostico, dunque serve ad "escludere" la presenza di patologia, non a "confermarla"; se il Cardiologo nutrisse un elevato livello di sospetto diagnostico e fosse pressoché sicuro di trovare delle stenosi sulle coronarie, consiglierebbe direttamente un esame sicuramente più invasivo ma che permetterebbe appunto il trattamento della patologia.


Quali sono i contesti clinici in cui si può considerare questo esame?

I contesti di patologia in cui tale esame è raccomandato dalle linee guida sono costantemente in espansione da anni. La principale applicazione è nell'ambito della cardiopatia ischemica cronica cioè per l'approfondimento diagnostico di pazienti con episodi di dolore toracico.

Indicazione molto affine è quella dell'insufficienza cardiaca con ridotta frazione di eiezione, per escludere che tale condizioni derivi da una severa malattia coronarica multivasale.

Altra indicazione particolarmente emergente, riguarda l'ambito dell'urgenza, in pazienti che si presentano in Pronto Soccorso con quadri sfumati, che possono essere sospetti per un piccolo infarto (NSTEMI) o angina ingravescente (Angina Instabile).

Minoritarie, ma pur sempre importanti, sono le situazioni in cui si vuole ricercare determinate cardiopatie congenite quali le origini e il decorso anomalo delle coronarie o i ritorni venosi anomali.


La TAC coronarica è sicura?

L'esame è indubbiamente sicuro. Il rischio principale riguarda la possibilità di peggioramento della funzione renale dovuto alla somministrazione di mezzo di contrasto, situazione comunque non frequente e che il più delle volte è lieve e transitoria.

Raramente possono verificarsi reazioni allergiche al mezzo di contrasto che sono prontamente reversibili e trattabili.

Infine, il pericolo delle radiazioni ionizzanti, per un singolo esame, è trascurabile; la dose assorbita di radiazioni non è sicuramente bassa, circa 700 volte quella di un RX torace con una TAC non di ultima generazione a 64 strati, ma risulta comunque ben al di sotto della soglia neccessaria a determinare dei danni alle cellule dei tessuti e al loro DNA, con il conseguente rischio di cancerogenesi. Se si adoperano macchine TAC di ultima generazione come quella a 128 o 256 strati la dose di radiazioni sarà marcatamente minore.


La TAC diagnosticava una stenosi coronarica ma la coronarografia è risultata normale, chi ha sbagliato?

Una situazione molto comune. Spesso i pazienti a cui eseguiamo la coronarografia, con finalità terapeutiche, a seguito di una TAC che indicava la presenza di stenosi coronariche, rimangono confusi nel sentirsi dire che "non c'è bisogno dell'angioplastica", entrando in una spirale di dubbi e ansie sospettando che qualcuno ha sbagliato. In realtà si tratta di una discrepanza tra quello che le due tecniche vanno ad osservare. La TAC è un esame estremamente sensibile, che riesce a rilevare anche i più piccoli accumuli di colesterolo nella parete delle coronarie; la coronarografia invece non osserva la parete, bensì il "lume" dell'arteria, la parte interna. Pertanto la TAC per sua natura andrà a esagerare la gravità dei restringimenti coronarici che talvolta alla coronarografia, osservando la parte del condotto ancora pervia, in grado di far passare il sangue, risultano non ostruttivi. Nessuno ha sbagliato, semplicemente si stanno valutando due dati simili, ma non uguali.


L'esame richiede una preparazione particolare?

La mattina dell'esame è consigliabile rimanere a digiuno poiché in alcuni casi la somministrazione di mezzo di contrasto può comportare l'insorgenza di nausea e vomito.

Nei giorni precedenti l'esecuzione della TAC è consigliabile assumere circa due litri d'acqua al giorno al fine di ridurre il rischio di danno renale da contrasto.

Altro accorgimento riguarda il controllo della frequenza cardiaca: per essere eseguita con i migliori risultati l'indagine richiede che la frequenza cardiaca non sia superiore agli 80 bpm circa. A tal scopo, su consiglio del Cardiologo, possono essere assunti temporaneamente dei farmaci con azione bradicardizzante.

Ci si deve inoltre ricordare di segnalare al Radiologo eventuali allergie a farmaci (anche non necessariamente al mezzo di contrasto) in modo da poter mettere in atto le più adeguate strategie di minimizzazione del rischio di reazione allergica grave.

La presenza di pace-maker o protesi metalliche non costituisce un problema e non merita particolari accortezze.


Conclusioni

La TAC coronarica è un esame estremamente utile nell'ambito della diagnostica cardiologica di I livello; interpretata da un Cardiologo interventista esperto, permette la rapida diagnosi di problematiche cardiologiche anche gravi e meritevoli di un pronto trattamento.


 
 
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